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Dopo la pubblicazione dei primi quattro "Sermones" di una delle voci più originali dell'Umanesimo accademico di fine Quattrocento, prosegue in questo volume l'edizione e la traduzione delle prolusioni accademiche di Antonio Urceo Codro (1446-1500), precursore, dalla sua cattedra di greco all'Alma Mater Studiorum, dei più grandi moralisti dell'Europa moderna. A lezioni di carattere didascalico sull'importanza delle categorie aristoteliche (Sermo V) e sull'utilità della letteratura greca e la grandezza di Omero (Sermones VII e VIII) fa da contraltare, come da costume del maestro, quella scettica e modernissima sul carattere fallace di ogni conoscenza umana (Sermo VI).